STEP #17 - I BREVETTI

 Cosa certifica la cosa

Come già detto in precedenza, la Camera a Bolle aveva un basso valore commerciale: per quanto costosa e all'avanguardia, interessava solo ai pochi laboratori che avevano la possibilità di sfruttarla a pieno. Perciò, forse anche in nome della scienza, Glaser non brevettò la sua Camera a Bolle; tuttavia furono brevettate tecnologie da essa derivate e componenti che contribuivano al suo funzionamento.  

 

Questo disegno raffigura, nelle figure 1-4 un sistema che permette di produrre e analizzare raggi X e raggi gamma. La Camera a Bolle (16) è rappresentata in sezione nelle viste numero 2 e 3. Emerge subito come essa sia molto più piccola e semplice di quelle viste finora: questo perché l'intenzione del suo inventore era di costruire uno strumento più facile ed economico da maneggiare non tanto in campo fisico, quanto più in quello medico, per le radiografie.

 

Qui invece abbiamo un esempio di sistema di acquisizione immagini in ambienti chiusi, creato appositamente per la Camera a Bolle, che è in parte rappresentata sulla sinistra. Il sistema vero e proprio è formato da un diaframma (12) che regola la luce emessa da uno strumento apposito (14), un primo sistema di lenti (15), dei filtri (21-22) e un secondo sistema di lenti (23) prima del punto d'osservazione (29) in cui dev'essere posta la macchina fotografica.

Infine in questo progetto possiamo osservare una versione di Camera a bolle priva di magnete. Vediamo al centro la camera (12), e al di sopra il sistema che introduce il liquido (13-28-30) filtrato (29), e quello che lo rimuove (14-31); le parti chiave durante l'esperimento sono il laser (32), la cui energia viene misurata con lo strumento dal lato opposto (34) e il pistone (16), attivato da una valvola (18) che libera il gas compresso (22), poi scaricato (24). Infine, sulle due facce rimanenti, ci sono la fotocamera (44), con il filtro per le immagini (42), collegata a un computer (46), e il flash (36-38).